Big Pharma Perde Miliardi Con La Legalizzazione

Da uno studio scientifico di recente pubblicazione, emergerebbe che Big Pharma abbia molto da perdere quando la cannabis entra a far parte del mercato legale, e che per questo si impegni attivamente in azioni di lobbying contro la legalizzazione della pianta.

Lo studio in questione, pubblicato sulla rivista scientifica in open access Plos One lo scorso 31 agosto dal titolo: U.S. cannabis laws projected to cost generic and brand pharmaceutical firms billions (Le leggi statunitensi sulla cannabis causerebbero una perdita di miliardi per le aziende farmaceutiche generiche e di marca, n.d.r.) è stato condotto dagli scienziati Bednarek Z, Doremus JM, Stith SS. della California Polytechnic State University e de The University of New Mexico ed evidenzia le perdite economiche di Big Pharma col diffondersi delle legalizzazioni a livello medico e ricreativo.

Nel sommario dell’articolo scinetifico, leggiamo: “La legalizzazione della cannabis da parte degli Stati Uniti sta probabilmente aumentando l’uso della cannabis come alternativa ai farmaci convenzionali. Abbiamo esaminato come la legalizzazione della cannabis tra il 1996 e il 2019 abbia influenzato i rendimenti del mercato azionario delle società farmaceutiche di marca e generiche quotate e abbiamo scoperto che i rendimenti erano inferiori dell’1,5-2% a 10 giorni dalla legalizzazione.”

“I guadagni sono diminuiti in risposta alla legalizzazione sia medica che ricreativa, sia per i produttori di farmaci generici che di marca. Secondo gli investitori un singolo evento di legalizzazione ridurrebbe in media le vendite annuali dei produttori di farmaci di 3 miliardi di dollari.”

La cifra si riferisce ad una stima complessiva delle perdite annuali in termine di vendite di farmaci, calcolate sommando quelle di ciascuna casa farmaceutica, dopo la graduale legalizzazione statale che sta avvenendo negli USA, a seguito di ogni atto di legalizzazione preso singolarmente a partire dal 1996, da quando cioè la California è stata la prima a legalizzarne l’uso terapeutico in USA.

INTRODUZIONE DELLO STUDIO AMERICANO

Nell’introduzione allo studio americano, leggiamo: “Nonostante la classificazione federale come droga appartenente alla Tabella I, priva di uso medico e ad alto rischio di abuso, nel 2020, 33 stati avevano legalizzato l’accesso medico alla cannabis per condizioni gravi e debilitanti […]”.

Ancora: “c’è una crescente consapevolezza dei potenziali benefici terapeutici della cannabis per un’ampia gamma di condizioni […]. Espandendo l’accesso e, quindi, l’uso […], la legalizzazione potrebbe consentire alla cannabis di competere con i farmaci convenzionali.”

Già nell’introduzione dello studio notiamo alcune importanti affermazioni: In gran parte non brevettabile, la cannabis potrebbe comportarsi come un nuovo generico concorrente […]. Tuttavia, a differenza di un nuovo farmaco generico convenzionale, il consumo di cannabis non è limitato a una singola o circoscritta serie di condizioni [mediche][…].”

“Ciò significa che la cannabis agisce simultaneamente come un nuovo concorrente in diversi settori farmaceutici. Inoltre, l’accesso alla cannabis ricreativa è simile ai farmaci convenzionali da banco, in quanto non richiede più la supervisione dell’operatore sanitario per il suo uso.”

STUDI, DATI E METODI UTILIZZATI

Com’è stato realizzato lo studio? “Utilizziamo i rendimenti azionari e i fattori di rischio di mercato per stimare in che modo la legalizzazione della cannabis influisce sulla capitalizzazione di mercato dei produttori di farmaci. In pratica, stimiamo le aspettative degli investitori sulle vendite e sulla redditività future delle aziende farmaceutiche. Confrontiamo i rendimenti azionari effettivi e previsti […] delle case farmaceutiche rispetto al periodo dell’evento di legalizzazione della cannabis.”

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DISCUSSIONE DELLO STUDIO

“I nostri risultati mostrano che la legalizzazione della cannabis è associata a una diminuzione dei rendimenti del mercato azionario per le aziende farmaceutiche. La legalizzazione medica genera un effetto più attenuato sui rendimenti cumulativi rispetto alla legalizzazione ricreativa, ma è più persistente.”

Continuando nella lettura della discussione: “Le aziende generiche sono più colpite in termini percentuali, mentre le aziende di marca sono più colpite in termini di entità a causa del loro maggiore valore di mercato. L’impatto negativo della legalizzazione della cannabis sui rendimenti delle aziende farmaceutiche si verifica costantemente entro venti giorni prima dell’entrata in vigore, con l’incertezza che si risolve prima per le legalizzazioni mediche che per le legalizzazioni ricreative.”

LE IMPORTANTI CONCLUSIONI DELLO STUDIO AMERICANO

“Utilizzando un set di dati e un approccio di stima nuovo per le politiche sanitarie, abbiamo evidenza che gli investitori prevedono che l’accesso legale alla cannabis ridurrà significativamente le vendite di farmaci convenzionali. La cannabis legale esercita una pressione competitiva sui mercati dei farmaci generici e di marca, in entrambe le classi di produttori di farmaci. […] Inoltre, la cannabis può essere acquistata senza prescrizione medica e coltivata in casa, a differenza di qualsiasi altro farmaco convenzionale.”

“[…] La dimensione dell’effetto da noi stimato suggerisce importanti implicazioni per i portatori d’interesse, inclusi i produttori di farmaci, i pazienti e i loro fornitori, gli investitori, le autorità di regolamentazione e la comunità accademica per eventi di legalizzazione passati e futuri. Di seguito discutiamo le implicazioni per ciascuna di queste parti interessate.”

BIG PHARMA, PAZIENTI E INVESTITORI

“Per i produttori di farmaci privati e pubblici, ci aspettiamo che la risposta alla legalizzazione includa investimenti e marketing. Di recente, Pfizer ha pagato 6,7 miliardi di dollari per acquisire una società biotecnologica che si concentra sulle terapie di tipo cannabinoide […]. Le aziende farmaceutiche hanno dedicato notevoli sforzi di lobbying e denaro alla lotta alla legalizzazione della cannabis […]”.

“Per i pazienti, i nostri risultati suggeriscono che la cannabis è un’alternativa terapeutica, tuttavia ci sono probabilmente dei limiti alla sostituzione. Le difficoltà nella standardizzazione della cannabis, i limiti alla brevettabilità e la mancanza di conoscenza dei meccanismi terapeutici significano che il potenziale della cannabis di competere con i farmaci approvati dalla FDA è attualmente limitato per molti pazienti e per i loro fornitori […].”

“Per gli investitori, l’impatto negativo della legalizzazione della cannabis sul prezzo di mercato indica l’adeguamento delle aspettative sui futuri flussi di cassa delle aziende farmaceutiche. L’entità dell’effetto implica che i partecipanti ai mercati dei capitali dovrebbero monitorare l’evoluzione del panorama legale della cannabis mentre diversificano i loro portafogli.”

BIG PHARMA E LE ISTITUZIONI

Mentre gli attuali pazienti di cannabis medica e i loro fornitori potrebbero non essere sorpresi dalle conclusioni di questo articolo, i nostri risultati potrebbero aiutare a informare le autorità di regolamentazione sul potenziale terapeutico della cannabis. I nostri risultati suggeriscono, data l’ampiezza del potenziale terapeutico della cannabis, che i consumatori ricreativi potrebbero anche sperimentare benefici medici inaspettati. Le implicazioni sulla salute della popolazione dipenderanno da quante persone passeranno dai farmaci convenzionali alla cannabis e dai relativi benefici, rischi ed effetti collaterali dei due trattamenti […].”

“Guardando oltre gli effetti per le diverse popolazioni di stakeholder, il nostro studio suggerisce che la cannabis potrebbe essere uno strumento utile per aumentare la concorrenza nei mercati farmaceutici statunitensi. […] Prevediamo che se i restanti 16 stati senza legalizzazione della cannabis medica dovessero legalizzare la cannabis, la spesa per i farmaci convenzionali diminuirebbe di quasi l’11%.”

“Il riconoscimento da parte del mercato della cannabis come alternativa ai farmaci convenzionali qui documentato sottolinea la necessità di ulteriori ricerche sul potenziale medico della cannabis, compresi i fitochimici oltre al tetraidrocannabinolo (THC) e al cannabidiolo (CBD).”

“L’entità della risposta che vediamo suggerisce che gli investitori si aspettano un’ampia sostituzione dei farmaci convenzionali. Un grande spostamento verso l’uso terapeutico della cannabis rende particolarmente urgente la necessità di ricerca relativa alle politiche sulla cannabis. Le aree chiave includono politiche che regolano il consumo di cannabis per massimizzare i benefici riducendo al minimo i costi […].”

Fonte: www.doclevitaonline.it

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